Una stanchezza infinita mi perseguita da un bel po’. Cambio umore ogni 5 minuti e tutto mi pesa, mi sembra di lavorare in continuazione. I ragazzini mi sfibrano. La loro energia è incontrollabile. Anche oggi pomeriggio quando sono tornata a scuola per completare la retta insieme ai soli otto volontari mi sentivo svenire. Saltellavano di qua e di là spostando l’attenzione e l’interesse all’istante su ogni cosa. Per inchiodare i “punti” con precisione a distanza di 20 cm abbiamo perso un casino di tempo. In quattro le ragazze sono andate 2 volte a prendere i chiodi dal ferramenta: la prima volta hanno portato quelli troppo lunghi e la seconda i chiodi erano troppo corti. Mamma mia! Sempre con il cellulare in mano, domande a raffica , capricci inutili…e si muovono così tanto che al solo vederli mi stancano. A niente è valso il tentativo di far ascoltare la musica mentre si lavorava per vederli più rilassati. Dopo quasi due ore, di colpo hanno deciso di andare via tutti insieme senza avere la pazienza di aspettare pochi minuti per osservare la nostra retta colorata attaccata al muro con tutti i cartellini appesi. Li ho costretti ad aspettare ma mi hanno abbandonata senza pietà quando ho chiesto l’ultimo aiuto per riordinare. Certo, sono consapevole del privilegio di poter lavorare con i giovanissimi che, nonostante l’età critica, con la loro carica emozionale travolgente danno molta vita e nello stesso tempo costringono a rimetterti in discussione molto frequentemente. A volte anche con sofferenza. Il problema è avere a che fare con i grandi che da una parte e dall’altra sono solo pronti a ricordarti di fare “il proprio dovere”: riempire carte e concepire la scuola come un carcere senza misurarsi con l’evolversi degli eventi. I loro discorsi sempre uguali e disgustosi non si sopportano. Non c’è dubbio: preferisco l’esuberanza dei ragazzi. E poi trovo molto divertente sperimentare attività nuove che ci stimolano la curiosità.
Oh! E’ tardissimo…domani mi faranno a pezzetti…
Buonanotte.