Democrazia partecipata ma che sia paritaria

Eccoci qui. Non c'è tempo per pensare bene e non c'è tempo da perdere. Si corre e basta anche stando fermi. Che vita! Un grande vuoto ci fagocita e non si riesce a venirne fuori. Si materializza l'incertezza con gesti e parole insensate e si somatizza la depressione mortificando ancora di più i nostri corpi che diventano perfino ingombranti, pesanti e “difettosi”. E' come percorrere una strada che non si sa dove porterà e la stessa strada inevitabilmente la percorrono anche tanti altri che non conosco e non si conoscono. Profondamente tutti soli. Forse è il caso di fermarsi per capire cosa stiamo facendo, cosa vogliamo davvero, perché questa strada, come mai sempre più isolati e perché non capire il mondo che cambia vorticosamente e studiare, prima di essere travolti, le ideologie e le strategie per uscire da questo stallo ed essere incisivi. Le vecchie “liturgie” non si sopportano e non si afferma un nuovo modo per appassionarsi e appassionare le persone alla vita civica. Credere in un nuovo stile di vita da perseguire con rigore e diffondere nelle nostre comunità anche se può risultare difficile all'inizio è importante iniziare subito. Ma non serve raccontarsi le stesse cose tra di noi che siamo già d'accordo, bisogna mischiarsi tra la gente per educare ed educarci al confronto, per insinuare dubbi e capire come lo scontento può trasformarsi in lotta organizzata. La crisi di rappresentanza che stiamo vivendo ha bisogno di discussioni per trovare soluzioni. Mi accorgo giorno dopo giorno dell'urgenza di affermare il ruolo prezioso delle donne in ogni ambito e purtroppo, sempre di più sono costretta a constatare che le donne sono tagliate fuori dalla vita pubblica e da situazioni decisionali. Bisogna distruggere questo disegno diabolico, stantio e antiquato. E' troppo rischioso lasciare il potere nelle mani di pochi e c'è la necessità impellente di difendere i nostri Beni Comuni che sono proprietà di tutti noi. Dobbiamo lasciare un futuro ai nostri figli. Perciò i metodi per incrementare la partecipazione attiva dei cittadini e la femminilizzazione della politica dovrebbero essere secondo me il punto di partenza di una discussione complessa, faticosa ma pressante ai fini di risoluzioni decenti.

Buonanotte!

ps.

Vorrei raccontare un paio di esperienze che ho vissuto nell'ultimo periodo. Serviranno per capire meglio quello che intendo dire.

Nella scuola si fa largo l'idea di una forte restaurazione. Dobbiamo essere all'antica. Questo ci consigliano. Nessun approfondimento per capire cosa succede ai ragazzini di oggi e in che mondo vivono. Niente. Per rivendicare il proprio modo di educare e di concepire la didattica bisogna essere tosti e andare avanti tra tante difficoltà. Tutti ti ostacolano. Es. I miei piccoli di I di ritorno dall'orto (con loro abbiamo un ortino biologico nelle vicinanze della scuola) hanno portato in classe un po' di terra che si era infilata sotto le scarpe. Nessuno ha pulito e la mattina dopo il preside mi ha rimproverata per i miei progetti che mettono sotto sopra la scuola, mi ha consigliata di concentrarmi sulle attività didattiche (ma le mie non lo sono?) e con la frase “..tanto signora i genitori non apprezzano” non ha fatto a meno di considerarmi una cattiva insegnante.

Nella classe degli indemoniati, la seconda, per l'educazione alimentare ho chiamato un amico perché esperto assaggiatore di olio. Due lezioni molto interessanti ma svolte in un clima incasinato sono risultate spossanti. La colazione con pane e olio buono è stato un incubo per noi adulti ma per i ragazzi sono certa che se la ricorderanno per tutta la vita. Si erano talmente gasati in classe che non riuscivano a ritornare alla normalità, cioè seduti con il libro davanti al muso. Una tragedia da costringerti a buttarti sul letto tutto il pomeriggio. Adesso bisogna vedere chi mi dà la forza di organizzare la gita in bicicletta con loro. Tremo al solo pensiero. In ogni modo l'esperienza sono disposta a ripeterla anche con la stessa classe. Alcuni di loro non mangiano più patatine….

E “ho detto tutto”!

…volevo raccontare altro ma ho troppo sonno, è tardi! 

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