“Ribellarsi è giusto”

Ad una cert’ ora mi si chiudono gli occhi per la stanchezza e scrivere lo considero un sacrificio enorme perché non sono abituata e poi con le parole non ho un ottimo rapporto. Mi si impastano….però voglio sforzarmi…..Continuo a votare perché non ce la faccio a non farlo. Tutte le volte dico che sarà l’ultima, visto che non mi sento rappresentata a dovere. E’ sempre un sacrificio delegare “chi non ti va proprio a genio ma non c’è di meglio” e mi ripeto che posso sempre vigilare sul suo operato e ho sempre la sensazione che posso contare se mi unisco agli altri che la pensano come me. Spesso mi scoraggio ma poi provo a riprendermi per trovare soluzioni che mi diano un minimo la possibilità di incidere. Per rassicurarmi prendo in considerazione il fattore tempo. “ Ci vorrà tempo ma ci riusciremo”, queste le conclusioni e perseguo l’obiettivo. Se proprio la situazione è drastica cerco di inserirmi in qualche anfratto lasciato fuori controllo. Insomma….tento di non esasperarmi. Le delusioni le rimpiazzo con altre situazioni dove c’è spazio per portare avanti le tre o quattro fisse in cui credo fermamente. Adesso sono stufa. Sicuramente non entrerò in una cabina elettorale se non c’è la persona a cui delegare le mie speranze. L’amarezza di questi giorni è veramente tanta. Rendersi conto che tutte le richieste non sono ascoltate e che le grandi manifestazioni non incidono sull’operato del governo e questa manovra ultima è servita per spostare a destra il centro-sinistro è davvero drammatico. E lo è ancora di più perché le soluzioni per cambiare rotta non si intravedono. Come si fa? Come si fa a rompere questo blocco conservatore? Si sono prostrati ai piedi della chiesa, della folle politica invasiva, guerrafondaia e suicida del governo americano e delle scelte di uno sviluppo scellerato e non più sostenibile che provoca solo guasti ai nostri territori. Con questi che ci governano noi non cambieremo nulla e il problema è mandarli a casa perché non ascoltano più i loro elettori. Formano una categoria a parte disposta a passare sulle nostre teste pur di non spostarsi dai loro feudi. Altro che fiducia! La sfiducia da parte nostra c’è ed è tanta. L’incazzatura aumenta sempre più. Non ho condiviso e non condivido le scelte radicali di chi si arroga il diritto di avere la verità in tasca e scegliere per me senza nessun consenso per ricacciarci, com’è già successo, nel chiuso delle case e far arretrare la ricchezza delle tante lotte costruite faticosamente di anno in anno. Allora? Penso che l’unica cosa da fare per contare è costruire liste alternative ai partiti scegliendo bene in ogni situazione locale chi è degno di rappresentarci. Tutto lo scontento può essere canalizzato per riprenderci ciò che ci è stato tolto: l’etica della politica. Ascoltare i bisogni di tutti, contagiarsi nel sognare e condividere percorsi lottando in modo diverso, escogitando di volta in volta metodi che possano favorire l’aggregazione e la passione di vincere per conquistare quello che ci spetta senza più accontentarci. La rete di proteste che si costruisce deve diventare lotta politica e deve portare a scegliere le persone giuste in grado di rappresentarci in ogni situazione di potere. Adesso che con chiarezza si sa che in Italia la sinistra non è quella che ci governa, che di chiacchiere non se ne può più, che siamo stati ingannati profondamente, dobbiamo organizzarci perché le basi sparse per il nostro Paese (la vera sinistra) abbiano voce in capitolo e possano spazzar via questi moderati democristiani travestiti da progressisti. Buonanotte 

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